SCONTRO DI CIVILTÀ

Sono in vacanza in Grecia e proprio oggi ho visitato un sito archeologico nel sud della Messenia, nascosto tra le colline ricoperte di ulivi che si affacciano sullo Ionio. Dal sito la vista è strepitosa, a sud si vede la città moderna di Pilo, sotto il monte San Nicola coperto di nubi, che nel nome ricorda la Pilo sabbiosa di Omero. E poi una baia vasta, tra Pilo e l’isola di Sfacteria. E’ la baia di Navarino, il luogo della grande battagia navale che a inizio ‘800 decise l’indipendenza della Grecia dai Turchi. A separare la baia dal mare si allunga l’isola di Sfacteria, dove nel quinto secolo A.C. un folto gruppo di Spartani fu costretto alla resa dagli Ateniesi di Demostene.
Dalla posizione in cui mi trovo posso quindi abbracciare con uno sguardo tre millenni di storia. Sono nel cosiddetto Palazzo di Nestore, una reggia micenea di almeno 3500 anni fa, alla sommità di una collina immersa in un mare di ulivi. L’area archeologica è grande e conserva la sala del trono, il Megaron, con il focolare centrale, gli appartamenti della regina, con la famosa vasca da bagno, e i magazzini, con i grandi pitoi per la conservazione dell’olio e del grano.
Da qui, alzando lo sguardo oltre Sfacteria, si vede lo Ionio, un mare che i Micenei conoscevano bene e che sapevano attraversare. Infatti al di là del mare, sull’isola di Creta, si sviluppò, contemporaneamente a quella micenea, la cultura che gli studiosi moderni chiamano minoica. Per questi studiosi, che le hanno inventate, le due culture erano distinte e molto diverse, uno scontro di civiltà, come si usa dire. Venne così formulata, sempre dagli stessi studiosi, la teoria secondo cui i bellicosi Micenei aggredirono attorno al 1400 A.C. i pacifici Minoici, portando a Creta le loro armi di bronzo e le loro città fortificate.
Anche l’archeologo americano Carl Blegen, che scavò il palazzo di Nestore in cui mi trovo ora, abbracciò con entusiasmo questa teoria, esaltando la civiltà cretese “e il suo amore per la bellezza”, al contrario di quella micenea, il cui “lignaggio ariano” è garante di maggior “rigore fisico e mentale”. Secondo Blegen le due civiltà avrebbero dato vita al popolo greco di cui la civiltà occidentale, cioè la nostra, è diretta discendente.
Quelle di Blegen sono fantasie sbagliate. Studi recenti dimostrano che nel Mediterraneo di 3000 anni fa non esistevano civiltà distinte, ma piuttosto minuscole città e piccoli regni che commerciavano, rivaleggiavano e si scambiavano tra loro idee. E’ il pensiero un po’ razzista di gente come Blegen che ha inventato i due diversi popoli e non vedeva l’ora di metterli l’uno contro l’altro.
Le persone che vivevano qui, su questa collina, dove mi trovo ora, non consideravano le popolazioni al di là del mare un’altra civiltà. Delimitare gli uomini all’interno di popoli distinti che chiamiamo civiltà, come abbiamo fatto e continuiamo a fare noi oggi, significa separarli in gruppi contrapposti, pronti allo scontro, cioè costruire il presupposto delle guerre. E’ proprio questo ciò che sta succedendo nel Mediterraneo dei nostri giorni.


