MIGRANTI E CITTADINI DI PAULLO

Non mi risulta che in passato i Paullesi abbiano mai avuto pregiudizi razziali, neanche durante la prima grande ondata di immigrati meridionali, negli anni ’50. Ricordo perfettamente le famiglie siciliane e napoletane alloggiate in edifici industriali trasformati in abitazioni, in fondo al mio cortile. Ricordo mia madre, che riempiva le loro pentole con l’acqua corrente della nostra cucina. Sono cresciuto giocando anche con bambini meridionali, diversi da me, ma bambini, come me.
E’ passato molto tempo da allora e ogni tanto mi capita di incontrare e riconoscere queste persone. Sono perfettamente integrate; magari non hanno una laurea, perché ai tempi erano pochi quelli che studiavano, ma hanno lavorato, e duramente, e hanno guadagnato con merito un posto nella comunità paullese.
Leggo ora che a Paullo è invece nato il comitato “Salva Paullo – No migranti/ No moschea”, che si propone di contrastare una presunta “invasione” di extracomunitari per la “salvaguardia” del territorio. Come mai il disagio per il problema dei migranti, che indubbiamente esiste, si manifesta con queste forme di intolleranza, così in contrasto con la tradizione popolare di ospitalità che ha caratterizzato Paullo dal Dopoguerra a oggi? Forse una parte della responsabilità per la virata a destra dell’opinione pubblica paullese va cercata nella politica delle opposizioni in questo primo anno di consigliatura.
Il signor Gatti, che si è candidato alle ultime regionali con “Potere al popolo”, un movimento indubbiamente di sinistra, in questi mesi ha attaccato con continuità, sia in consiglio che a mezzo stampa, le politiche della maggioranza consiliare a guida PD, una maggioranza pur sempre di sinistra, e forse ora ne vediamo i risultati: un clima politico rancoroso, una popolazione incattivita contro un’amministrazione accusata di qualsiasi cosa. Questo a tutto vantaggio di impresentabili posizioni xenofobe e di destra, come il comitato “Salva Paullo”.