È SEMPRE LA STESSA STORIA
A pochi giorni dalla sentenza del TAR che ha respinto il ricorso dei cittadini contro la delibera di giunta, ecco che le dodici piante di Piazzale delle Associazioni a Melegnano sono state tagliate. E’ avvenuto ieri, 29 ottobre 2025, e non ho potuto non andare con la mente alla mattina del 28 febbraio 2022, quando furono tagliati i tigli di Paullo, quelli davanti alla ex scuola elementare di via Mazzini.
“E’ sempre la stessa storia, quando si fa una battaglia per salvare delle piante si perde”. Me lo disse un amico tempo fa, più volte deluso dalla scarsa sensibilità verso le piante che sembra caratterizzare tutte le amministrazioni pubbliche, di sinistra, come a Paullo, o di destra, come a Melegnano. Io però non sono d’accordo. Non posso credere infatti che i nostri amministratori, al di là delle posizioni politiche, non siano in qualche modo dispiaciuti quando vengono abbattuti i pochi grandi alberi presenti nelle nostre città. E non penso neanche che la ragione sia semplicemente amministrativa, cioè il rischio di cedimento delle piante malate con i conseguenti problemi di sicurezza. Certo, le piante a rischio di caduta vanno rimosse, ma qualcuna che si possa salvare c’è sempre. E invece vengono tagliate tutte.
La ragione a mio parere è un’altra, di natura politica: il taglio di alberature in città diventa un facile pretesto da parte delle opposizioni per chiamare a raccolta la popolazione contro l’amministrazione in carica. Si strumentalizzano così degli alberi per fare lotta politica e come conseguenza chi in quel momento ha il potere non arretra di un centimetro, anche se per lui potrebbe essere conveniente non comportarsi come un arido burocrate e assecondare in qualche modo i cittadini che chiedono il salvataggio delle piante.
Ricordo che a Paullo le ultime perizie agronomiche, quelle del 2022, prescrivevano l’abbattimento di cinque piante delle otto che stavano davanti alle scuole. Pertanto, tre piante forse si potevano salvare e curare: la più sana, la 429, la più giovane, la 431, e infine la più bella, la 432. Avrebbero fatto la loro figura in una via Mazzini rinnovata, con il nuovo pavé e un moderno arredo urbano. Inoltre sarebbero state per tutti, giovani e anziani, il documento vivente di un passato che sopravviveva all’interno di una nuova piazza. Forse il sindaco, se avessimo potuto parlarne e discuterne in modo aperto, avrebbe preso in considerazione una via di compromesso. Ma questo non fu possibile, e oggi mi chiedo se coloro che con me si opponevano all’abbattimento avessero a cuore il salvataggio dei tigli o, forse di più, il loro uso per un’operazione di contestazione della Giunta in carica.
