APPELLO PER IL PARCO AGRICOLO

Riceviamo e volentieri pubblichiamo qui di seguito l’appello dell’associazione per il Parco Sud Milano. Il Parco è stato un’istituzione fondamentale negli ultimi quarant’anni per la salvaguardia del territorio di Paullo e, più in generale, la ricca fascia a vocazione agricola che abbraccia a sud la metropoli milanese.
Nel 1983 si costituisce il Comitato che raccoglie oltre cinquemila firme in calce a una petizione popolare per fermare la cementificazione del territorio e per la promozione di una nuova area protetta: il Parco Sud Milano. Da allora, sono tanti i cittadini, comitati e associazioni che hanno contribuito a realizzare il Parco e a renderlo un soggetto vivo, capace di tutelare e offrire opportunità di sviluppo sostenibile al suo territorio. Tra questi l’Associazione Parco Sud Milano.
come 40 anni fa, 25 maggio 1985, quando il Consiglio Regionale, dopo lunghe e instancabili pressioni del “Comitato per far vivere il Parco Sud”, con la legge n. 41, integrò la legge quadro in materia di aree protette (86/1983), inserendo i parchi di cintura metropolitana nel regime di tutela dei parchi regionali e il “Parco Sud Milano”, non ancora istituito, tra questi;
come 38 anni fa, 29 gennaio 1987, allorché, dopo aver raccolto le necessarie 5.000 firme autenticate, presentammo la proposta di legge di iniziativa popolare di istituzione del Parco Sud Milano;
come 35 anni fa, 23 aprile 1990, allorché il Consiglio Regionale approvò la legge regionale n. 24 che istituì il parco regionale di cintura metropolitana denominato Parco Agricolo Sud Milano;
come 25 anni fa, 3 agosto 2000, quando il Consiglio Regionale, con la Deliberazione n.7/818, approvò il Piano Territoriale di Coordinamento del Parco dopo anni di turbolenti discussioni, tecniche e politiche, che ci videro tra i protagonisti; In oltre 40 anni abbiamo sempre accompagnato ogni fase di attuazione, a volte in accordo con le Amministrazioni e spesso dissentendo, ma sempre portando il nostro contributo alla realizzazione del parco.
Noi siamo ancora qui perché vogliamo essere informati, proporre, seguire e vigilare affinché il nuovo Ente Parco Agricolo Sud Milano, che inizierà a breve il suo percorso di gestione, possa fare ulteriori passi avanti nella realizzazione del Parco iniziata quarant’anni fa
Siamo convinti che tra altri temi, tutti meritevoli di esame ed approfondimento, tre siano i nodi strategici da affrontare e su cui individuare soluzioni percorribili e sostenibili per il territorio e la Comunità del Parco: l’agricoltura, la natura e la fruizione del parco.
La stessa Regione Lombardia, nell’istituire il 23 aprile 1990 il Parco Agricolo Sud-Milano nella categoria “parco regionale di cintura metropolitana“, indica tra le sue finalità, in considerazione della prevalente vocazione agricola del territorio a confine con la maggior area metropolitana della Lombardia:
- la tutela e il recupero paesistico e ambientale delle fasce di collegamento tra città e campagna, nonché la connessione delle aree esterne con i sistemi di verde urbani;
- l’equilibrio ecologico dell’area metropolitana;
- la salvaguardia, la qualificazione e il potenziamento delle attività agro-silvo-colturali in coerenza con la destinazione dell’area;
- la fruizione culturale e ricreativa dell’ambiente da parte dei cittadini.
L’agricoltura, o meglio le attività agro-silvo-colturali sono un elemento centrale e connettivo per l’attuazione delle finalità attribuite al Parco stesso.
Il Parco Agricolo Sud Milano costituisce una cintura in gran parte agricola, dove sono presenti circa 1000 aziende, con una superficie produttiva di circa 37.000 ettari: da ciò la strategicità dell’agricoltura. In questo territorio essa coniuga la funzione basilare di produzione di cibo, con l’altrettanto strategica funzione di preservare il suolo sottratto alla urbanizzazione diffusa che ha eroso negli ultimi decenni milioni di ettari di suolo fertile dalla sua funzione originaria.
Ne consegue perciò che il Parco deve tutelare tutta l’agricoltura, la grande e la piccola, l’estensiva e le coltivazioni orticole, l’industriale e la familiare, la tradizionale e la biologica. Ma a ciò non può che affiancarsi l’obiettivo di promuovere una maggior sostenibilità ambientale del modo di produrre, favorendo la tutela e riqualificazione dell’ambiente, del territorio, del paesaggio e del sistema acque-aria-suolo.
Va altresì compreso che, per il fatto di essere in un’area a elevata antropizzazione, limitrofa a un bacino di oltre 3 milioni di abitanti/consumatori, il Parco deve avere un ruolo propositivo e trainante nello sviluppo di attività agricole di vicinato: ovvero capaci di rispondere alle crescenti esigenze di prodotti di qualità, di origine conosciuta e “sani” (a basso/nullo impatto dell’uso della chimica). Al tempo stesso, attraverso anche la riqualificazione del patrimonio edilizio delle cascine, l’agricoltura può offrire spazi per lo svago dei cittadini, promuovendo lo sviluppo di attività integrative come l’agriturismo. In altre parole, il Parco deve operare attivamente per ri-creare la connessione tra città e campagna, per dare ai cittadini consumatori prodotti sani, di qualità e di origine conosciuta che, anche al di là delle certificazioni, testimonino il valore identitario colturale- culturale delle terre del Basso Milanese. Politiche di questo tipo possono offrire agli operatori agricoli locali maggiore valore aggiunto delle proprie produzioni, possibilità di introiti integrativi e, in definitiva, uno strumento decisivo per il contrasto dei pericoli del mercato globale e banalizzato.
La natura è allo stato attuale un elemento residuale del territorio del Parco Agricolo Sud Milano, che deve trovare la forza e lo spazio per permeare e contaminare il territorio del Parco in modo sempre più sostenibile e durevole. Il fittissimo reticolo idrico della bassa pianura milanese, frutto della millenaria storia locale, costituisce un habitat insospettabilmente ricco di biodiversità che se coniugata con la presenza di siepi e filari costituisce una rete di naturalità diffusa. In molti casi questi ambiti assumono la
funzione di piccole oasi, che in presenza di fontanili e aree boscate assurgono al ruolo di incubatori per la diffusione di naturalità.
Il mantenimento e la valorizzazione di questo patrimonio naturale migliora l’assetto del territorio e ri-bilancia il crescente peso dell’urbanizzazione, contribuendo efficacemente a fornire occasioni di contatto con la natura da parte dei cittadini, migliorando altresì l’immagine dell’agricoltura attiva nei territori del Parco, con ricadute benefiche sulla percezione dei propri prodotti.
Attenzione particolare va posta alle aree post-escavazione, il suolo sottratto all’uso agricolo deve essere compensato con la dismissione dall’uso produttivo e loro recupero alla funzione ecologica e sociale, specchi d’acqua e aree limitrofe devono diventare l’elemento strategico in cui sperimentare la ricostruzione di quella naturalità coniugata con l’uso della comunità del parco. Sono molti i progetti infrastrutturali e/produttivi che nell’area metropolitana ogni giorno bussano alle porte del parco, fatte salve le disposizioni e le decisioni in materia di VAS o di VIA si rende indispensabile far si che le misure di compensazione siano coerenti con il disegno strategico di rinaturalizzazione del parco ed a tale finalità rispondano.
Infine, va accresciuta l’attenzione alla cura del paesaggio, valore a sé e aspetto intimamente connesso con la fruizione del Parco da parte dei cittadini e con l’immagine dell’agricoltura. Molti sono i fronti verso cui operare, dalle azioni di rimboschimento di aree di risulta delle lavorazioni alla eliminazione della pubblicità stradale non legata alle attività del Parco, a partire dalle aree di maggiore pregio ma da estendere, in prospettiva, a tutte le altre aree.
La fruizione del Parco da parte dei cittadini è un elemento centrale. Riorientare e riscoprire il territorio del sud Milano, la sua storia, la sua natura e la sua agricoltura deve rappresentare una mission strategica perseguita dall’Ente con attenzione e lungimiranza.
È importante raccordare tra loro le piste ciclabili esistenti ed i vari percorsi al fine di costruire quel sistema dolce di fruizione diffusa, per avvicinare sempre di più la comunità del parco al suo territorio dove trovare i prodotti del territorio negli agriturismi oramai diffusi, dove poter fruire degli ambienti naturali, dei beni storico-culturali e del paesaggio del parco.
Servono azioni che consentano la riscoperta di parti del territorio ancora poco conosciute e la valorizzazione delle numerose esperienze di fruizioni in corso (la Valle dei Monaci ne è un esempio), e delle bellezze architettoniche e naturali nonché la messa in rete di eventi di svago e socializzazione (feste, mercati, fiere, ecc.), per far conoscere la storia e le tradizioni del territorio. Un’attenzione in particolare va posta al marchio del Parco quale elemento di identità di una comunità e dei suoi prodotti del territorio.
Noi siamo qui
Cittadini, associazioni e comitati del territorio continueremo a perseguire in ogni ambito lo sviluppo sostenibile del Parco Agricolo Sud Milano.
Associazione per il Parco Sud Milano