Continuiamo con una seconda puntata la nostra ricostruzione dei fatti relativi al bosco di San Pedrino, distrutto, dicevamo nella puntata precedente, nell’ottobre del 2021. Come già detto, gli eventuali errori non sono voluti e, nel caso, saremo ben lieti di rettificare.
Categoria: Ambiente
Dopo la riunione del 06.02.25 col Sindaco Gianolli, Legambiente e gli altri cittadini firmatari sembra abbiano infine deciso di ritirare il ricorso presentato nel gennaio 2022, in cui contestava al Comune l’abbattimento del bosco nato spontaneamente tra il quartiere di San Pedrino e la Paullese, nell’ambito urbanisticamente noto come Dd1. Quest’area, di circa otto ettari, nel 2021 divenne improvvisamente nota ai Paullesi perché l’amministrazione Lorenzini propose di destinarla a logistica mediante una variante al PGT. Su questa vicenda pubblicheremo in un prossimo futuro una cronistoria degli avvenimenti, a vantaggio dei cittadini che volessero saperne di più. Per ora ci limitiamo a qualche considerazione sulla lottizzazione recentemente approvata dalla Giunta Gianolli.
Con la delibera n° 11 del 30.01.25 la Giunta Comunale di Paullo ha approvato definitivamente il piano attuativo denominato “Dd1 – Santa Maria Mazzarello”. Nello stesso procedimento amministrativo ha respinto le osservazioni al piano fatte nei mesi scorsi da associazioni e cittadini. In secondo luogo, dopo una recente riunione tra le parti, il Comune con l’operatore economico dall’una e le associazioni con i cittadini dall’altra, Legambiente e gli altri cittadini firmatari sembra abbiano infine deciso di ritirare il ricorso contro il Comune per il taglio del bosco di San Pedrino. La vertenza, che ha avuto inizio nel marzo 2021, sembra oggi giunta al termine. L’operatore chiederà ora il permesso di costruire e in estate, probabilmente, inizieranno i lavori del nuovo centro commerciale.
Il Cittadino di mercoledì 29 riportava di un incontro tra Marco Griguolo, consigliere di Città Metropolitana delegato alla mobilità, e gli assessori dei comuni interessati dalla Linea 7 del biciplan Cambio, la ciclabile che collegherà Paullo con Milano. Nell’articolo non si approfondivano i contenuti di questo incontro, mentre sarebbe opportuno che se ne sapesse qualcosa di più. Anche perché, purtroppo, sul progetto della ciclabile la popolazione è stata poco informata. L’idea di andare a Milano in bicicletta e in sicurezza è indubbiamente un messaggio molto forte, che sembrerebbe senz’altro positivo da un punto di vista ecologico, ma noi riteniamo che sia però importante analizzarne meglio l’impatto ambientale.
La Convenzione di Ramsar definisce zone umide “le paludi e gli acquitrini, le torbiere oppure i bacini, naturali o artificiali, permanenti o temporanei, con acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra, o salata, ivi comprese le distese di acqua marina la cui profondità, durante la bassa marea, non supera i sei metri”. La Convenzione è l’unico trattato internazionale sull’ambiente che si occupa di questi particolari ecosistemi che, oltre ad accogliere e conservare una ricca diversità biologica di piante, uccelli, mammiferi, rettili, anfibi, pesci e invertebrati, garantiscono ingenti risorse di acqua e cibo e svolgono una funzione fondamentale di mitigazione dai cambiamenti climatici.
«Il mondo è guidato da persone pazze e ambiziose, che hanno in mente solo il successo e il profitto, se ne fregano delle preoccupazioni dei poeti, che sono, come tutti sanno, esseri dell’utopia, quell’utopia senza la quale non esiste nessun progresso». Così scriveva il grande poeta portoghese Eugenio de Andrade (pseudonimo di José Fontinhas Rato, 1923-2005).
Il comitato Ambiente e Benessere di Spino D’Adda ha segnalato al sindaco di Zelo B.P. la presenza di una discarica abusiva sul territorio del comune:
“… la presenza sul territorio del suo comune di una discarica abusiva di rifiuti situata lungo la strada sterrata che, poco prima del ponte sull’Adda, scende verso il fiume …”.
Ci risulta che il Parco Adda Sud sia al corrente della faccenda e abbia più volte chiesto l’intervento del sindaco di Zelo. Alleghiamo la lettera unitamente a una ripresa video della discarica.
Con una delibera di Giunta del 30.12.24 il Comune ha chiesto a Città Metropolitana di raccordare il tracciato della ciclabile biciplan con il progetto esecutivo del nuovo centro commerciale in DD1.
Purtroppo nulla si sa delle osservazioni presentate, con scadenza 6 agosto 2024 da residenti e associazioni ambientaliste. Le osservazioni chiedevano in massima parte delle modifiche al progetto esecutivo al fine di mitigare l’impatto del nuovo centro commerciale sull’abitato di San Pedrino.
Un articolo de “Il Cittadino” dell’11 gennaio 2025 informa che a Tribiano la minoranza (in buona parte targata Pd) in consiglio comunale protesta con il sindaco di centrodestra per il taglio di trenta alberi.
E fanno bene a protestare!
Ma la minoranza di Tribiano lo sa che quello del taglio indiscriminato di alberi pare che rappresenti la caratteristica di molte della amministrazioni comunali del sud milanese? Melegnano, Peschiera, Mediglia, Paullo, Tribiano e diverse altre municipalità, siano esse amministrate da giunte di destra o di “sinistra” (queste meglio definibili spesso come sinistrate), si distinguono per il loro sorprendente attivismo nel taglio di alberi (che siano sani o ammalati poco importa).
Sul Cittadino di ieri 11 gennaio, a pagina 30, si parla del taglio di una trentina di alberature a Tribiano, per fare spazio alla ciclabile. Alle proteste di popolazione e consiglieri di opposizione la Giunta risponde che l’intervento era necessario, che a decidere sono organismi sovracomunali e che, comunque, verranno fatte delle piantumazioni compensative. E’ la solita storia, la popolazione percepisce il taglio dei grandi alberi come una inaspettata, non prevista alterazione del territorio che è abituata a vedere e che vorrebbe fosse conservato così com’è. Non si tratta solo di un problema di salvaguardia ambientale, che peraltro è il principale scopo della stessa ciclabile, ma del fatto di vedere luoghi familiari radicalmente cambiati, senza più la presenza viva dei grandi alberi, del loro profilo noto, rassicurante e bello.
Era il 17 gennaio quando si ebbe l’evidenza di un grave sversamento nella roggia Muzzetta. Prima alcuni cittadini avvistarono acque torbide, quasi nere, poi fu denunciata la moria dei pesci, che è continuata per giorni e giorni: quintali di carpe, barbi, cavedani, siluri. I corpi dei pesci morti rimasero settimane nel canale, erano troppo grossi e pesanti perché lo scarso battente idrico invernale li trascinasse giù lungo la corrente.
ARPA fece un primo intervento, ma senza prelevare campioni d’acqua, non lo ritenne necessario. Poi, sempre in seguito a una segnalazione dei cittadini, fece un secondo intervento per prelevare le carcasse di alcuni pesci e stabilirne le cause di morte. Il 29 gennaio la società Habitat 2.0, per conto della proprietà della roggia Muzzetta, prelevò tutte le carcasse dei pesci per lo smaltimento; questo è un estratto del verbale dell’intervento:
Stamattina, lunedì 30-12-24, ore 09:30, la situazione è migliorata, c’è ancora un piccolo rivolo che entra in Muzza dal colatoio, ma sembra acqua pulita. Evidentemente c’è stato un intervento del CAP ieri pomeriggio. Bene. Resta però il disastro della riva sinistra della Muzza, coperta per un tratto dal residuo dei liquami che per più giorni sono stati riversati in Muzza; in alcuni tratti è addirittura ricoperta per intero da carta igienica. Per non parlare poi dei danni alla biosfera acquatica.
