È una delle piante più pericolose d’Europa, e si sta diffondendo silenziosamente nei nostri boschi e lungo i sentieri di montagna. La Pànace di Mantegazza (Heracleum mantegazzianum), introdotta nell’Ottocento come specie ornamentale, è oggi una presenza invasiva consolidata …
Autore: Roberto Bellavita
Nella foto è ripresa l’area DD1 a San Pedrino ora, completamente ricoperta di robinie; quattro anni fa al loro posto c’era un bosco con pioppi, olmi, salici, roveri, platani e altre essenze forestali, oltre alle immancabili robinie. Il bosco come tutti sanno non c’è più, ma le robinie si ostinano a ricrescere, nonostante le ripetute pulizie da parte della proprietà. Ne avranno ancora per poco però, perché Il 18 giugno l’ufficio tecnico ha concesso i permessi di costruire e a breve vedremo le ruspe entrare in azione.
Qualche giorno fa il mio vicino di casa mi ha mandato delle belle foto dei nuovi ospiti del nostro giardino: una colonia di rospi smeraldini. A dire la verità anch’io mi ero accorto della presenza di visitatori notturni perché la mattina dovevo scopare via strani escrementi oblunghi dai marciapiedi che circondano la casa. In un primo momento avevo pensato ai topi, a una seconda invasione dopo quella che quest’inverno ha creato tanti problemi a tutto il quartiere. Dimensione e consistenza di questi escrementi era però molto diversa da quella di topo. Ma la prova che c’erano dei rospi l’ho avuta un mese fa, quando li ho sentiti cantare: un trillo armonioso e modulato che riempiva la quiete delle sere di maggio.
Oggi pomeriggio sono andato in biblioteca e mi ha colpito il gran numero di giovani in sala lettura, soprattutto universitari, che in religioso silenzio studiavano con il loro portatile aperto. Altri erano seduti in giardino, uno dei pochi luoghi in centro a Paullo in cui si può ancora godere dell’ombra di grandi alberi.
In un trafiletto di spalla a pagina 42 del Cittadino del 28 giugno Emiliano Cuti parla di almeno 50 piante morte nei parchi e nei giardini di Paullo. L’articolo evidenzia una conoscenza approfondita del fenomeno fornendo numeri esatti sulle piante morte in piazza della Libertà, in via Pasubio e in altre zone, una precisione che meriterebbe la citazione della fonte. Ma a parte questo dettaglio, in fondo poco interessante, le considerazioni da fare sono altre.
La popillia è un coleottero che appartiene alla famiglia degli Scarabeidi, originario del Giappone. Si tratta di una specie che infesta e distrugge tappeti erbosi, piante selvatiche, da frutto e ornamentali e la cui diffusione si sta ampliando. In queste settimane sta infestando i giardini e gli orti di Paullo ed è un fenomeno molto più grave di quello che si è verificato l’anno scorso, almeno a giudicare dal numero di insetti catturati dalle mie trappole.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo qui di seguito l’appello dell’associazione per il Parco Sud Milano. Il Parco è stato un’istituzione fondamentale negli ultimi quarant’anni per la salvaguardia del territorio di Paullo e, più in generale, la ricca fascia a vocazione agricola che abbraccia a sud la metropoli milanese.
Nel 1983 si costituisce il Comitato che raccoglie oltre cinquemila firme in calce a una petizione popolare per fermare la cementificazione del territorio e per la promozione di una nuova area protetta: il Parco Sud Milano. Da allora, sono tanti i cittadini, comitati e associazioni che hanno contribuito a realizzare il Parco e a renderlo un soggetto vivo, capace di tutelare e offrire opportunità di sviluppo sostenibile al suo territorio. Tra questi l’Associazione Parco Sud Milano.
In questi giorni stanno nascendo i pulcini della coppia di cigni del Levadone. E’ un evento bello, che raramente si può vedere con i propri occhi, io, ad esempio, non l’avevo mai visto prima. I passanti che in questo mese hanno seguito la coppia diventando via via più numerosi, provenienti anche dai paesi vicini, con qualche eccezione hanno dimostrato attenzione, rispettando diligentemente i cartelli posti dal Comune e dal gruppo di cittadini che si sono impegnati perché la cova giungesse a buon fine.
Parco Muzza, Paullo, martedì 15 aprile, ore 10:15.
Ha appena smesso di piovere. I due cigni sono alla cova, si stanno pulendo e asciugando le piume. Tutto bene mi sembra. Con altri soci wwf stiamo pensando a un progetto di protezione del nido e poi della nidiata con il contributo del Comune, che è pur sempre il proprietario dell’area. A pensarci bene, la coppia di cigni, con la sua scelta di fare il nido così a portata di mano, ai bordi di una passeggiata frequentata da centinaia di Paullesi, offre l’occasione di sensibilizzare la popolazione al problema della salvaguardia delle specie selvatiche. Vedremo se l’assessorato risponderà positivamente alla nostra proposta.
Le elezioni sono uno strumento importante di democrazia, ma non sono la democrazia. Anche nel caso in cui non siano “truccate” e non avvengano con “distorsioni” del corpo elettorale, anche nel caso in cui siano completamente libere ed eque le elezioni, da sole, non garantiscono la democrazia.
Le elezioni non sono altro che un meccanismo che permette alla comunità di dire: “l’altra volta abbiamo sbagliato, proviamo quancosa d’altro”. Niente di più. La storia ci insegna che un leader può usare le elezioni per salire al potere e usare poi questo potere per cancellare le elezioni stesse e la vita democratica: pensiamo alla Germania del ’33 e all’ascesa al potere di Hitler.
La moglie di Gene Hackman, Betsy Arakawa, è morta recentemente a causa della sindrome polmonare da Hantavirus, un’infezione virale trasmessa dai topi. I topi sono animali pericolosi ed è per questo che i cittadini di San Pedrino stanno raccogliendo firme per sollecitare il Comune a posizionare esche topicide in tutte le vie del quartiere, via C. Marino compresa.
Tutti questi topi vivono abitualmente nelle fogne. In inverno è da lì che escono per invadere le abitazioni in cerca di cibo. Se la rete fognaria di Paullo avesse il giusto drenaggio forse conterrebbe meno residui alimentari e di conseguenza l’endemica popolazione di ratti sarebbe meno numerosa.
In questi anni abbiamo spesso incontrato sui social persone che non credevano nel cambiamento climatico. Ci siamo resi conto discutendone che la loro ostinazione nel negare una realtà sempre più chiara aveva radici profonde, che non potevano essere sradicate facilmente, tanto meno con dei post su Facebook.
Il vero scandalo era però la negazione dell’aumento delle temperature. In questo caso mentivano sapendo di mentire e, purtroppo, erano liberi di farlo. Su questo punto invitiamo alla lettura dell’articolo allegato di Telmo Pievani (Le Scienze di ottobre 2024).