ROSPI SMERALDINI IN GIARDINO

ROSPI SMERALDINI IN GIARDINO

Qualche giorno fa il mio vicino di casa mi ha mandato delle belle foto dei nuovi ospiti del nostro giardino: una colonia di rospi smeraldini. A dire la verità anch’io mi ero accorto della presenza di visitatori notturni perché la mattina dovevo scopare via strani escrementi oblunghi dai marciapiedi che circondano la casa. In un primo momento avevo pensato ai topi, a una seconda invasione dopo quella che quest’inverno ha creato tanti problemi a tutto il quartiere. Dimensione e consistenza di questi escrementi era però molto diversa da quella di topo. Ma la prova che c’erano dei rospi l’ho avuta un mese fa, quando li ho sentiti cantare: un trillo armonioso e modulato che riempiva la quiete delle sere di maggio.

I rospo smeraldino (Bufotes viridis) è molto più elegante del suo cugino, il rospo comune (Bufo bufo), la cui pelle corrugata e piena di verruche lo ha fatto diventare il simbolo della bruttezza, della mancanza di qualsiasi tipo di fascino. Al contrario il rospo smeraldino è un anfibio di discrete dimensioni con colorazione di fondo grigio-bruno chiaro e larghe macchie di colore verde vivo orlate di nero. A volte sono presenti anche piccoli tubercoli rosso vivo. Il ventre, parte delle zampe e la gola sono uniformemente biancastri; l’iride dell’occhio va dal verde chiaro al grigio-oliva.

Un animale bellissimo e molto utile, perché senza disturbare fa grandi scorpacciate di insetti, come le fastidiosissime zanzare. La sua presenza in giardino è indicatore di un ecosistema sano, proprio perché aiuta a controllare le popolazioni di insetti nocivi. Si tratta comunque di una specie protetta, che in Piemonte si sta diffondendo sempre di più e, a quanto pare, lo sta facendo anche in Lombardia.

Nella tradizione contadina il rospo è un animale da evitare, un animale velenoso, che porta sfortuna. Però è anche vero che nelle fiabe dei Grimm diventa un bellissimo principe se qualcuno ha il coraggio di baciarlo.

Roberto Bellavita

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